La pandemia delle ragazze: nel 2020 mezzo milione in più costrette al matrimonio forzato

Scritto da on 1 Ottobre 2020

La pandemia delle ragazze: nel 2020 mezzo milione in più costrette al matrimonio forzato

Nel rapporto di Save the Children la fotografia spietata dell’impatto del Covid su bambine e adolescenti nel mondo: aumenteranno gravidanze precoci, violenze, abbandono scolastico. Il richiamo ai leader a 25 anni dalla Conferenza sulle Donne di Pechino: “Stiamo tornando indietro di decenni”

SAVE THE CHILDREN
Save the Children

 

Se pensate che il coronavirus vi abbia rovinato i piani per il futuro, fermatevi un attimo a leggere il possibile impatto della pandemia su mezzo milione di bambine e adolescenti nel mondo, secondo l’ultimo rapporto di Save the Children. Nel 2020, per effetto delle conseguenze economiche della pandemia, quasi 500.000 ragazze in più rischiano di essere costrette al matrimonio forzato, una stima che si traduce in un’altra previsione drammatica: un milione in più di gravidanze precoci, causa principale di morte per le ragazze tra i 15 e i 19 anni. Non numeri ma corpi di quasi bambine costretti a funzionare contro la loro volontà, alla mercé di uomini adulti che riavvolgono di decenni un film fatto di sacrifici, lotte, conquiste in nome dei diritti delle donne e delle bambine.

Un’inversione di tendenza negativa che arriva dopo 25 anni di progressi, e che sta costringendo le adolescenti al matrimonio forzato soprattutto nell’Asia meridionale (191.000), ma anche nell’Africa centrale e occidentale (90.000), nell’America Latina e nei Caraibi (73.000). Le gravidanze precoci sono invece concentrate in gran parte in Africa, 282.000 nell’area meridionale e orientale del continente e 260.000 in quella centrale e occidentale, e nell’America Latina e Caraibi (181.000).

Questi alcuni dei dati messi in evidenza dal nuovo rapporto “The Global Girlhood Report 2020: Covid-19 and progress in peril” diffuso oggi da Save the Children – organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e garantire loro un futuro – per segnalare gli effetti devastanti della pandemia sul futuro di milioni di ragazze e bambine in tutto il mondo, tra matrimoni e gravidanze precoci, abbandono scolastico e violenze di genere. Il rapporto esce nel giorno dell’anniversario della Conferenza sulle Donne di Pechino 1995, proprio mentre i leader mondiali riuniti a New York per l’Assemblea ONU – o Macho ONU, visto che per sentir parlare una donna abbiamo dovuto attendere 50 uomini – celebrano la ricorrenza.

 

SAVE THE CHILDREN
Save the Children

 

“La pandemia sta spingendo sempre più famiglie verso la povertà, lasciando molte ragazze senza cibo, obbligandole a lavorare per sostenere la famiglia o costringendole a occuparsi dei familiari malati e ad abbandonare la scuola, con possibilità molto minori di poter riprendere gli studi rispetto ai loro coetanei maschi,” dichiara Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia.

Il rischio sempre maggiore di violenze e sfruttamento sessuale e la crescente insicurezza alimentare, specialmente nelle emergenze umanitarie, fanno sì che i genitori non vedano molte altre alternative a quella del matrimonio forzato, che avviene spesso con uomini molto più vecchi delle loro figlie. Questa decisione è una grave violazione dei diritti di adolescenti anche giovanissime e le espone al rischio di depressioni, continue violenze, disabilità e persino a quello della morte per parto, visto che il loro corpo non è semplicemente ancora pronto per portare a termine una gravidanza. “Ogni anno avvengono circa 12 milioni di matrimoni precoci, in 1 caso su 6 sotto i 15 anni, ma nel 2020, a causa del coronavirus, mezzo milione in più di adolescenti dovranno subire questa violenza di genere, ed è un dato sottostimato che siamo convinti sia solo la punta di un iceberg”, spiega Fatarella.

Se gli sforzi nati dalla Conferenza sulle Donne di Pechino 1995, che ha sancito un impegno comune di tutti i governi per l’uguaglianza di genere, hanno consentito di prevenire in 25 anni 78,6 milioni di matrimoni precoci, questi progressi si sono ora fermati, invertendo la tendenza.

Nove paesi su dieci con la più alta percentuale di matrimoni precoci sono quelli più fragili, perché colpiti da crisi umanitarie, come conflitti, alluvioni, siccità, terremoti o epidemie, e dove le ragazze sono maggiormente esposte a questo rischio.

La chiusura delle scuole per il Covid-19 ha lasciato 1,6 miliardi di bambini senza istruzione, ma, come ha insegnato il caso della recente epidemia di Ebola, le bambine e le ragazze hanno molte meno probabilità di riprendere la scuola per la pressione dei bisogni della famiglia, o a causa di matrimoni o gravidanze precoci. Se una adolescente su 10 nel mondo era già vittima di stupro o violenza sessuale da parte del proprio marito o ragazzo prima del Covid-19, il coronavirus ha portato ad un aumento di questi casi e, per effetto della pandemia, si prevedono 2 milioni di casi di mutilazione genitale femminile in più nei prossimi 10 anni, soprattutto tra chi non ne ha ancora compiuti 14.

“Avevo 12 anni quando ho saputo che il mio matrimonio era stato combinato. È stato terribile abbandonare la scuola e i miei amici, tutti i miei sogni si sono spezzati in quell’istante. Il mio messaggio per tutte le ragazze della mia età è quello di rimandare il matrimonio e fare qualunque sforzo per raggiungere i propri sogni,” è l’appello di Sunita, che oggi ha 16 anni, vive in India nello stato del Bihar e si batte contro i matrimoni precoci e per i diritti delle ragazze nella sua comunità.

“La pandemia sta peggiorando le diseguaglianze di genere e rischia di invertire i progressi fatti negli ultimi anni. Dobbiamo fare ogni sforzo per impedire che questo avvenga”, afferma la direttrice generale di Save the Children Italia. “Ai leader mondiali, che si incontrano oggi all’Assemblea Generale ONU per rilanciare il loro impegno sulla parità di genere nel 25° anniversario della Conferenza sulle Donne di Pechino, chiediamo di dar più voce alle ragazze, garantendo la loro partecipazione attiva nelle decisioni relative alla risposta al Covid-19 e a quelle per la ripresa. Ci vogliono azioni concrete per contrastare la violenza di genere e le sue radici, e bisogna porre fine ai matrimoni precoci supportando anche chi li ha subiti, con riforme legislative e piani nazionali per la salute e l’educazione. Abbiamo bisogno di dati più precisi sui matrimoni precoci, sulle condizioni di ogni ragazza, in particolare di quelle più dimenticate nei contesti di emergenza, tracciando l’impatto dei fattori legati al genere, all’età, alla disabilità, alla razza o alla classe sociale. Dobbiamo investire insieme di più e ora sulle bambine e sulle ragazze, con idee nuove e non riciclate, per prevenire le peggiori conseguenze del Covid-19 e imprimere un cambiamento duraturo”. Ne va del futuro del mondo.

Fonte: HuffPost


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