Caparezza: “Con Exuvia ho fatto pace con il passato”

Scritto da on 7 Maggio 2021

Un lavoro lungo, “estenuante, l’album più difficile degli otto che finora ho realizzato, perché ce ne sono altri sette con cui fare i conti e perché strada facendo gli argomenti diventano pochi e la voglia di portare qualcosa alle orecchie di altre persone si indebolisce. Ma a non interessano i dischi belli, piuttosto quelli che hanno anima e sentimento autentico”.

A quattro anni da “Prisoner 709”, Caparezza è pronto a tornare, finalmente, con un nuovo disco in studio, in uscita domani per Polydor/Universal Music, dal titolo Exuvia, termine che indica ciò che resta dell’esoscheletro dopo la muta di un insetto.
“Quando osservo i miei video, quando ascolto le mie canzoni, quando rileggo i miei testi penso sempre che non mi appartengano più, come un’exuvia”. Il disco celebra così il rito di passaggio, la personale trasformazione del rapper pugliese, la sua nuova pelle, il viaggio dal passato al presente per riannodare i fili e assolversi.
“Sono riuscito a far pace con il passato – racconta Caparezza, che ha presentato alla stampa il suo disco con una passeggiata virtuale in una foresta immaginario, che sarà a disposizione dei fan nei prossimi giorni -. Ho affrontato di petto, come non avevo mai fatto prima alcune cose che non ho vissuto benissimo”. Come l’esperienza di Mikimix, il progetto precedente a quello di Caparezza, che lo ha visto esordire a Sanremo nel 1997. “Forse l’exuvia più plateale della mia vita artistica. A lungo mi sono vergognato di Mikimix. E’ stata una partenza sbagliata, un passo falso dal quale ho faticato a riprendermi. Stavo nascendo il rap italiano, ma io andavo in una direzione diversa dagli altri. Se sono qui, però, lo devo anche a quel passo sbilenco e dopo più di 20 anni ho diritto di riappacificarmi con il passato, anche verso il futuro”.
Già, perché il riccioluto artista è critico con il passato (non mancano nei testi, sferzanti come sempre, i riferimenti a Sanremo “la mia vera eclisse”, a Castrocaro “Andò bene? Mica tanto. “Levati dal cazzo, caro”), ma ancora di più con il presente. “Analizzo il mio presente e lo vedo estraneo, c’è spaesamento. Sono cambiati i riferimenti culturali, è cambiato il modo di fare politica: ne prendo atto”. Nel mirino anche l’involuzione della musica “e forse Mikimix di questi tempi potrebbe essere Bob Dylan. Il rap di oggi? boh, forse non lo capisco, ma ho la sensazione che non mi piaccia”.
L’album è pieno di citazioni tra arte, cinema, letteratura (“ma non per fare il rapper acculturato, quanto per spiegare i miei stati d’animo. Poi se qualcuno vuole approfondire, meglio”) e di contrasti personali e artistici. “Ci sono Beethoven e i Talk Talk che vanno a braccetto, c’è il Fellini incompiuto e i cartoni animati, c’è la mia tendenza all’introversione e la necessità di essere sotto la luce dei riflettori”.
Exuvia contiene 14 brani (“ognuno è una riflessione sul mio passato, sul mio presente e sul mio futuro e racconta passi avanti, passi falsi, passi indietro”) scritti, composti, prodotti da Caparezza e mixati da Chris Lord-Alge.
“Rappresentano il percorso di un fuggiasco che evade dalla prigionia dei tempi andati. Ed è questo il legame con il disco precedente: lì fuggivo da una prigione mentale. Exuvia parte dal momento dell’evasione e la foresta è davanti a me, pronta ad accogliermi, un luogo dove perdersi e ritrovarsi. Mentre lo realizzavo ho pensato che potesse essere il secondo capitolo di una trilogia: prigionia, fuga e poi libertà. Mi lascio una finestra aperta, vediamo cosa ci farò”.
Nei giorni in cui continua a tenere banco la polemica sul discorso di Fedez al Concerto del Primo Maggio, Caparezza si schiera con il collega: “Credo che le sue parole siano condivisibili, anzi sono sorpreso che abbiano suscitato tanto clamore. Quello è un palco deputato alla presa di posizione.
Anche io ai tempi di Vieni a Ballare in Puglia ho avuto problemi con la politica che voleva boicottarmi. Finirà che non succederà niente, si parlerà della polemica fine a se stessa e non dei contenuti, della necessità del DDL ZAN, fino al prossimo polverone”. Parole che lasciano trasparire un po’ di disillusione. “Nel tempo ho capito che certe cose lasciano il tempo che trovano, c’è bisogno di azioni concrete: i cartelli o le foto con le scritte sui social? Gli hashtag? Non ci credo più. Serve agire”. E come? “Alle fotografie sui social, ad esempio, preferisco in Bauli in piazza a sostegno dei lavoratori dello spettacolo. Io, dal canto mio, sono impegnato con Scena Unita”.
Il suo impegno verso le maestranze lo ha messo anche nella realizzazione tutta pugliese di Exuvia che da febbraio 2022 (“pandemia permettendo”) sarà anche in tour nei palasport.


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