Chi era Mark Lanegan e perché la sua morte è un colpo per il rock

Scritto da on 23 Febbraio 2022

Mark Lanegan, frontman degli Screaming Trees e poi componente dei Queens of the Stone Age, è morto in Irlanda all’età di 57 anni. “Il nostro caro amico Mark Lanegan è morto questa mattina nella sua casa di Killarney, in Irlanda”, si legge in un messaggio pubblicato sul suo account Twitter.

Nato nello stato di Washington a dicembre aveva raccontato la sua dura lotta contro il Covid – è stato in coma per mesi – nel libro di memorie “Devil in a Coma” in cui racconta le allucinazioni sofferte a causa della malattia mentre riprendeva e perdeva conoscenza nel reparto di terapia intensiva di un ospedale. “Questa cosa stava cercando di separare il mio corpo e la mia mente, e sembrava non finisse mai”, ha scritto Lannegan che, mesi prima, era stato un negazionista oltranzista, aveva fatto da megafono ai teorici del complotto e si era rifiutato di farsi vaccinare.

Nonostante fosse la sua esperienza più estrema, non era la prima volta che Lanegan guardava in faccia la morte, frutto di una vita piena di eccessi che aveva portato via alcuni dei suoi grandi amici, protagonisti con lui della scena “grunge” dei primi anni ’90.

Amico intimo di Kurt Cobain, Lanegan era stato ricoverato in ospedale innumerevoli volte a causa delle sue dipendenze, ma era sempre riuscito a tirarsene fuori per riportare la sua voce da baritono nei dischi e nei concerti degli Screaming Trees, con i Queens of the Stone Age, ma anche da solista.

Per tutti gli anni ’90 gli Screaming Trees sono stati uno dei gruppi pionieri del “grunge” seppur con un tocco psichedelico Tuttavia, sono state le sue collaborazioni con i Queens of the Stone Age all’inizio degli anni 2000 dargli notorietà, soprattutto grazie alla sua partecipazione all’album “Songs for the deaf” (2002).

La band di Josh Homme ha mostrato il talento di Lanegan sia negli album che nelle esibizioni dal vivo, ma la sua voce cavernosa ha raggiunto un pubblico più ampio ed è diventata una delle star più ricercate dei festival rock.

Un timbro caratteristico che ha esercitato una forte presa anche su artisti lontani dall’hard rock, come la cantante dei Belle & Sebastian Isobel Campbell, con la quale ha collaborato a tre album. Le sue dodici avventure da solista non hanno mai avuto lo stesso successo, ma sono riuscite a fargli guadagnare una piccola legione di fan incondizionati che oggi piangono la sua perdita.


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