Fred Hersch, ‘Una magia suonare con Enrico Rava’

Scritto da on 8 Settembre 2022

‘Sembrava che fosse appena avvenuta una magia. E’ stata una delle registrazioni più facili e divertenti che abbia mai fatto”. Fred Hersch descrive così l’ incontro con Enrico Rava per incidere il disco ”The Song Is You” in uscita in cd il 9 settembre per l’etichetta Ecm. Negli otto brani scelti per questo primo lavoro in duo il pianista americano e il trombettista italiano, qui al flicorno, hanno riassunto la classe e l’ eleganza di un dialogo musicale in cui l’ improvvisazione gioca un ruolo fondamentale. I due fuoriclasse del jazz affrontano standard come “The Song Is You” di Jerome Kern, “Mysterioso” e “‘Round Midnight” di Thelonious Monk, “Retrato em Branco e Preto” di Jobim e “I’m Getting Sentimental Over You” di George Bassman. Due i brani con la loro firma, “Child’s Song” scritto da Hersch nel 1983, e “The Trial” di Rava. E’ un saggio bellissimo della capacità dei due artisti mostrate anche dal vivo di creare suoni raffinati e atmosfere avvolgenti, soprattutto quando la musica nasce sul momento, negli scambi in cui ognuno si muove con discrezione e invita l’ altro proseguire. Realizzato nel novembre scorso nell’ Auditorium della Radio Svizzera di Lugano, il disco li vede insieme per la prima volta ma il risultato fa pensare a un viaggio comune e a una intesa che arriva da lontano. ”Il duo – dice Hersch all’ ANSA – è nato da un’idea del mio manager europeo e del manager di Enrico. Naturalmente ognuno conosceva bene il modo di suonare dell’ altro, quindi c’era molto rispetto reciproco. Abbiamo fatto qualche concerto nel luglio del 2021, poi ci siamo presi qualche mese di pausa per affrontare alcuni problemi di salute. Ci siamo divertiti molto e la ECM si è subito interessata a una registrazione”. Per Rava, 83 anni, tornare in studio ha avuto un significato particolare perché lo ha portato a fare musica dopo la lunga pausa seguita a un intervento chirurgico importante. ”E’ il disco più bello che abbia mai fatto – ha raccontato recentemente – Non avevo suonato per tre mesi, ero molto nervoso e invece è stato un miracolo dalla prima nota. Mi sono sentito così bene con lo strumento, con Fred, con l’acustica meravigliosa dello studio di Lugano. Ho suonato come mai avrei immaginato. Un piacere enorme”. Suonare con Hersch, ha spiegato, gli dà la sensazione ”di essere trasportato su un tappeto volante, sul quale vai ad esplorare il mondo scegliendo traiettorie e destinazioni sempre nuove”. ”Enrico è, in tutti i sensi, un maestro della musica – aggiunge oggi il pianista di Cincinnati – La gamma di progetti e artisti leggendari con cui ha suonato e collaborato è immensa e incredibilmente varia. Tra noi c’è un grado di ascolto profondo che è raro. Penso che sentiamo di poter essere veramente noi stessi quando suoniamo insieme, ed entrambi apprezziamo il suono come elemento importante della musica. Spero che questa collaborazione continui per molto tempo”. Il disco, che a novembre uscirà anche in vinile, documenta il percorso avviato dal duo in questi mesi con i concerti in molte città italiane che proseguirà il 30 ottobre a Piacenza, il 1 novembre a Forlì e il 2 a Udine. Enrico Rava, nato ”per caso” a Trieste ma cresciuto a Torino, è il jazzista italiano più conosciuto all’ estero fin dalla sua attività nella New York degli anni Settanta nell’ambiente del free jazz internazionale per le registrazioni storiche con i mostri sacri del jazz, da Steve Lacy a Carla Bley. Ha registrato per ECM già da quel periodo, a partire da The Pilgrim And The Stars, considerato un classico del jazz moderno. The Song Is You è, invece, il primo lavoro di Fred Hersch per l’etichetta, dopo gli album come leader con Nonesuch, Palmetto, Sunnyside e altre etichette. Il musicista americano ha detto in passato di aver registrato più dischi in duo di quanto non abbia fatto da solo o con altre formazioni. Nel suo libro ”Good Things Happen Slowly” ha spiegato: “Il duo si adattava alla mia capacità di usare l’intera tastiera per fare più cose contemporaneamente. È un lavoro collaborativo e anche intimo. Bisogna essere compatibili ma anche abbastanza diversi perché ogni musicista possa offrire qualcosa di unico”.


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