Un comune su quattro non ha un’edicola
Scritto da Alberto Barcellona on 18 Marzo 2023
L’emorragia delle edicole rallenta, -3,5% lo scorso anno contro il meno 6,3% dell’anno precedente, grazie a misure di sostegno venute dal governo, ma il settore sconta ancora un gap forte, tanto che nel 25% dei Comuni italiani neppure una è in attività, aperta al pubblico. Un grave danno sociale che mette in discussione il ruolo di canale di informazione che esse svolgono in una comunità.
È il dato subito macroscopico che emerge dalla ricerca condotta dallo Snag, il sindacato nazionale autonomi giornalai aderente alla Confcommercio, in collaborazione con Format Research. In Italia ci sono attualmente 12 mila edicole operative (11.904 per l’esattezza), con una contrazione lo scorso anno di 441 (pari al 3,5%), contro la chiusura di 844 punti vendita (-6,5%) avvenuta invece nel 2021.
Il rischio desertificazione nei centri più piccoli
Emorragia effettivamente rallentata, se si pensa al -13,3% del 2018-2019, con la chiusura di ben 2.027 punti vendita, rallentata grazie anche alle misure di sostegno al settore. Quasi la metà delle edicole svolge ulteriori attività rispetto alla classica vendita di quotidiani e periodici che resta comunque prevalente. Snag chiede che quelle misure di sostegno siano confermate e incrementate.
Infatti, è forte il rischio ‘desertificazione’ in molti Comuni, soprattutto laddove è più fragile, esigua o addirittura inesistente la presenza di punti vendita, visto che non solo il 25% dei Comuni italiani non ha un’edicola, ma il 30% (circa 2.500 Comuni) ha appena una rivendita.
La ricerca dice inoltre che più ‘di un italiano su tre va in edicola ogni settimana con una spesa media di quasi 10 euro; di questi, la maggior parte ha un punto vendita di fiducia (per l’81,8%) e facile da raggiungere (per l’89,3%), oltre la metà preferisce le edicole chiosco.