Morto Marco Occhetti, il Kim dei Cugini di Campagna

Scritto da on 26 Aprile 2022

Negli ultimi anni cantava per le strade di Roma, dimenticato dal grande pubblico, ed era anche entrato in polemica con la sua ex band, ma per quasi un decennio, a cavallo degli anni ’80 e ’90, è stata voce inconfondibile dei Cugini di Campagna. Si è spento a 62 anni Marco Occhetti, in arte Kim. A darne notizia la figlia Giulia, annunciando i funerali che si sono svolti ieri alle 15 a Fiano Romano presso la Chiesa di Santo Stefano Protomartire. Nato a Roma il 24 dicembre 1959, Occhetti era stato la voce del gruppo dal 1986 al 1994, dopo aver preso il posto del cantante Paul Manners e lasciandolo poi a Nick Luciani. Con la sua voce in falsetto, caratteristica della band, e la folta capigliatura bionda, aveva portato i successi del quartetto, a partire da Anima Mia, in giro per il mondo, in numerose tournée.
“Ringrazio tutti per i messaggi che gli avete scritto – si legge in un post della figlia su Facebook -. Papà era un casinaro e gli sarebbe piaciuto avere tanta gente intorno a ricordarlo”. Tanti i messaggi di cordoglio sui social dei fan che lo ricordano, nonostante non avesse preso parte al revival avviato da Fabio Fazio che portò poi al programma cult con Claudio Baglioni andato in onda su Rai 2 all’inizio del 1997, che prese il titolo proprio dalla più nota delle canzoni della band. Nel 1994 fu lui a decidere di lasciare il gruppo per dedicarsi alla carriera solista. In un’intervista al Messaggero del 2017 spiegò che non era più in sintonia con il gruppo, perché chiedeva un rinnovamento, come avevano fatto ad esempio i Pooh. Non è però più riuscito ad imporsi al grande pubblico. Spesso lo si poteva incontrare a Piazza Navona o al Pantheon, ma i passanti raramente lo riconoscevano anche perché aveva cambiato il suo look. Aveva abbondonato gli abiti sgargianti degli anni d’oro, accompagnandosi solo con la sua chitarra. Non nascondeva le difficoltà economiche. “Sono stato la voce solista dei Cugini di Campagna, ma adesso mi ritrovo a suonare nelle piazze di Roma, praticamente dalle stelle alle stalle, che preferisco, perché è più vero. Ma è stata dura”, spiegò in quell’intervista attaccando anche gli ex compagni della band: “Non mi hanno versato i contributi, si sono inventati mille sotterfugi. Sono tutti tirati con i soldi, ma a livelli estremi.
Ed è finita male”.


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