Maneskin, il grande giorno al Circo Massimo

Scritto da on 9 Luglio 2022

Mancano poco più di 24 ore al grande giorno dei Maneskin, quello che li vede tornare nella loro città dopo successi e premi raccolti in tutto il mondo e dopo la partecipazione ai più grandi festival, nel luogo più iconico: il Circo Massimo. Ad attenderli 70mila persone, con il live sold-out da mesi. Siamo comunque in una fase migliorativa. Per il futuro dobbiamo stare più attenti a questo tipo di virus, che ti attaccano e ti distruggono. Va quindi migliorato anche l’aspetto sanitario di questo Paese”. Lo dice all’ANSA Al Bano che ha accompagnato la presentazione del libro I Viaggi con la speranza – Storie di famiglie colpite dalla malattia di un figlio. Rapporto sull’emigrazione sanitaria in Italia di Gianluca Budano, alla 21/a edizione de Il libro possibile (festival sostenuto da Pirelli) a Polignano a Mare (Bari), “Siamo a un festival – sottolinea il cantante – ma ricordiamoci che non così lontano continuano a cadere bombe. Io ero un grande ammiratore di Putin… tanto che l’Ucraina mi aveva iscritto tra i non graditi al popolo ucraino, poi ci eravamo chiariti. Però questo nuovo risvolto di Putin mi ha veramente stupito. Non può una persona che stava rischiando di prendere il premio Nobel per la pace, che ha avuto una copertina della rivista Time come uomo dell’anno, passare da tanto amore per l’Occidente a tanto odio per quel piccolo Paese. E’ anche una questione di proporzioni. La Russia è un gigante, l’Ucraina è un topolino, non è umano agire così. Servivano le armi dell’intelligenza e dell’umanità per risolvere i loro problemi, non la guerra. Non si possono vedere quotidianamente persone che scappano dalle loro case e che sono costrette sostanzialmente a non vivere. E’ una realtà desolante”.  Al Bano ha deciso di accompagnare Budano al Festival, perché “il tema di cui parla il mio amico Gianluca, lo conosco a fondo, grazie al grande don Luigi Verzé che mi aveva parlato di queste famiglie devastate per colpa della malattia. Lui si chiedeva perché la gente dovesse fare migliaia di chilometri per arrivare dalla Puglia a Milano quando si potrebbe fare un ottimo ospedale qui”. Lo stato “deve dimostrare di esserci su questi problemi” .


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