Bagheria, convegno tra scuole e conservatori sulla musica

Scritto da on 26 Febbraio 2024

Reportage per capire come osservarla, attraverso un percorso di istruzione, lavoro, socialità ed inclusione. Evento culturale organizzato dall’accademia The Ensemble, diretta da Giuliana Di Liberto

Educare alla musica attraverso un percorso comune, coordinato e di crescita, preparando gli studenti sin da bambini al mondo del lavoro e all’inclusione sociale. Musicisti, direttori artistici, dirigenti scolastici, professori e sindacati, si sono riuniti a Bagheria per il convegno “Mi accompagna la musica”, organizzato dall’accademia The Ensemble, diretta da Giuliana Di Liberto.

Il dibattito è stato aperto da Ezio Di Liberto, che ha sostenuto: «La musica ci accompagna nella nostra vita. Non è necessaria, eppure non ne possiamo fare a meno, dalle canzoni di Sanremo ai classici dei grandi compositori. La musica è la luce che ci accompagna nella nostra giornata. A renderla importante è la sua capacità di emozionarci e commuoverci. La musica è l’espressione di cosa è l’uomo e a cosa tende ed è esperienza comune a tutti gli uomini».

Diego Cannizzaro, del Conservatorio di musica Vincenzo Bellini di Caltanissetta, ha parlato di “Storia e analisi delle culture musicali”: «Licei musicali ce ne vorrebbero tanti e dovrebbero essere coordinati con le scuole medie a indirizzo musicale. Auspichiamo che possa realizzarsi in tempi brevi. Parlando dei conservatori, i piani di studio sono strutturati in bienni e trienni come l’università. Questo aspetto sulla carta è ben definito. Il punto debole è che le strutture sono osservate sulla base dei numeri. Nelle università si può insegnare in un’aula a cento persone. Per trasmettere il rapporto tra docente e studente sul fronte musicale, il rapporto deve essere uno a uno. Un docente di strumento, con una classe di 10 persone è qualcosa di già altissimo».

Per Giuliana Di Liberto, direttrice dell’accademia musicale The Ensemble, che ha trattato di “Collaborazione tra istituzioni pubbliche e private”: «La musica è sacrificio. Non solo da parte di chi vuole intraprendere la carriera del canto, ma anche per le famiglie. Da qui mi è venuta l’idea di un ponte tra le istituzioni e il territorio».

Alcuni relatori

Presente anche l’ispettore di orchestra della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, Davide Alfano, che ha discusso sul tema “Un approfondimento sulla professione del musicista: l’orchestra e il teatro” e sul ruolo del sindacato, spiegando che «se oggi un cantante, come un dj, ha la febbre il giorno dell’esibizione, non viene pagato. Noi come sindacato Uilcom vogliamo creare un polo associativo con gli artisti per tutelarli legalmente. Sarebbe un grande risultato di inclusione».

Presente pure Dario Oliveri dell’Università di Palermo e consulente artistico dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, che ha specificato: «Esiste un problema tra le istituzioni di formazione musicale e le istituzioni di produzione musicale. Quando concludo i miei corsi di studio laureandomi in un conservatorio, che succede dopo? Il ponte col mondo del lavoro c’è e non c’è. Sta alle istituzioni renderlo concreto e virtuoso. In futuro sarebbe utile puntare ai concorsi, soprattutto per assumere le future leve dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. Le istituzioni musicali devono avere un maggiore rapporto col territorio, nella prospettiva di dare una attività professionale».

Sono intervenuti, tra gli altri, Giuseppina D’Amico (dirigente scolastica), Maria Letizia Di Liberti (dirigente generale del dipartimento della famiglia e delle politiche sociali), Mariadonata Fricano del Centro studi Aurora e Pippo Balistreri, storico direttore di palco del Festival di Sanremo.

MICHELE BRUCCHERI

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