Le frontiere Schengen riaprono in quasi tutta Europa ma nel frattempo alcune compagnie aeree continuano a cancellare voli motivandoli con le restrizioni dovute al coronavirus. E questo avviene persino per viaggi che si sarebbero dovuti tenere a luglio. Per i viaggiatori è un’esperienza particolarmente frustrante perché pochi giorni (e in alcuni casi poche ore) dopo aver prenotato, si ritrovano con un volo cancellato.

Senza che in mezzo sia avvenuto qualcosa di davvero grave come la scoperta di un nuovo focolaio, la chiusura di una frontiera o di uno o più scali aeroportuali. Così sorge una domanda: “E se non avessi mai avuto la reale possibilità di prendere quel volo? Se avessi solo partecipato a un programma non regolamentato di incremento di liquidità a favore della compagnia aerea?”. Le parole sono di Matteo, l’ultimo lettore ad averci segnalato un caso di questo tipo.

Matteo, italiano, vive in Germania e il 4 giugno scorso ha finalmente prenotato un viaggio andata e ritorno Brema-Olbia, fissato al 3 luglio, per passare qualche giorno nella sua Sardegna. Lo ha fatto con Eurowings, la low-cost controllata da Lufthansa. Appena cinque giorni più tardi, il 9 luglio, Eurowings gli ha cancellato il volo di andata cambiandogli anche la destinazione di quello di ritorno, non più Brema ma Amburgo.

Nella email inviata a Matteo Eurowings giustifica questo cambio di programma dicendo che “con la diffusione del coronavirus e le restrizioni di sicurezza associate all’emergenza quali ad esempio divieti di ingresso in certi Paesi, abbiamo dovuto ridurre massivamente il nostro piano dei voli”. Quale sia il reale e concreto motivo di queste cancellazioni è difficile da capire, perché le compagnie non lo spiegano mai nel dettaglio. Di certo l’Italia non pone alcun divieto di ingresso dalla Germania.

Nello stesso messaggio Eurowings invita a cambiare data, altrimenti a riscuotere un voucher che avrà un anno di validità. Si tratta però di un “trabocchetto”. Dal Centro europeo consumatori spiegano che la legge tedesca, al contrario di quella italiana (che di recente è stata bacchettata anche da Antitrust) non prevede alcun obbligo di accettare il voucher. Insomma, per le prenotazioni effettuate dalla Germania si applica il regolamento Ue 261, che prevede libertà di scelta tra rimborso entro sette giorni e voucher. Insomma, sfruttando il momento di grande confusione anche le compagnie aeree teutoniche ci provano, ma il viaggiatore dovrà contestare il voucher e fare esplicita richiesta di rimborso.

Eurowings pare non essere l’unica compagnia a cancellare voli a brevissima distanza dalla prenotazione, persino in settimane tutto sommato “tranquille” dal punto di vista epidemiologico. “Abbiamo diverse segnalazioni anche da clienti Alitalia. Viene da pensare che alcune compagnie mettano in vendita un servizio che sanno già di non poter fornire. Sarebbe una pratica commerciale scorretta – spiega Maria Pisanò, direttrice del Centro europeo consumatori Italia – e il nostro consiglio è di segnalare queste condotte a Enac e Antitrust perché indaghino caso per caso”. Nel caso di Antitrust, l’istruttoria può partire anche se la pratica scorretta riguarda il cittadino italiano all’estero, “indipendentemente dal Paese in cui è stabilizzata l’azienda che la adotta” continua Pisanò, mentre i reclami a Enac possono essere fatti solo se il volo sarebbe partito dall’Italia. Altrimenti ci si può sempre rivolgere agli omologhi istituiti dagli altri Stati europei.

E a quanto pare c’è qualcuno che l’ha già fatto: Enac, contattata da Repubblica, fa sapere “di aver ricevuto alcune segnalazioni di cancellazione voli da parte di alcuni vettori che verranno valutate” sia per gli aspetti di competenza dell’autorità del trasporto aereo, sia per “eventuali segnalazioni ad Antitrust”.

Fonte: LaRepubblica