L’inchiesta sul caso di Denise Pipitone rischia di essere archiviata

Scritto da on 28 Novembre 2021

L’inchiesta sul caso di Denise Pipitone rischia di essere archiviata e “oggi, alla luce dei fatti, ci sentiamo di dire che abbiamo paura per quello che potrebbe accadere in futuro al nostro caso, l’oblio totale. Non ci sentiamo tutelati. Abbiamo bisogno dell’aiuto di persone rispettose, con il senso di coscienza, umanità e giustizia”. A dirlo sono Piera Maggio e Pietro Pulizzi, i genitori di Denise, sparita nel nulla il primo settembre del 2004 da Mazara del Vallo, nel Trapanese, quando non aveva ancora 4 anni. Nei giorni scorsi il gip di Marsala si è infatti riservato di decidere sulla richiesta di archiviazione della nuova inchiesta avanzata dalla Procura.

Il legale della famiglia, Giacomo Frazzitta, infatti, aveva presentato opposizione rispetto a una dei quattro indagati, chiedendo ulteriori indagini per Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi. “Denise non è scomparsa – torna a ribadire mamma Piera – non è andata via da sola, ma è stata vigliaccamente rapita, privata dell’amore della sua famiglia e della sua identità. In uno Stato civile i colpevoli del rapimento di una bambina non possono rimanere impuniti, liberi. Non chiediamo giustizialismo, ma vogliamo la vera verità. Rimaniamo rispettosi in attesa della decisione da parte del gip”.

La richiesta dei genitori di Denise, che oggi ha 21 anni, è di fare “chiarezza su tutta la vicenda che ci coinvolge”. “Vorremmo che ogni operatore di giustizia intento a lavorare sul nostro caso – dicono Piera Maggio e Pietro Pulizzi – non perda il focus dell’obiettivo principale, spogliandosi da quello che ricopre la propria veste privata che nulla ha a che fare con la giustizia. In tutti questi anni, nonostante l’immenso dolore, siamo stati sempre corretti, il nostro legale ha lavorato sempre con onestà e professionalità con il solo obbiettivo di dar voce a Denise. Vogliamo la vera verità, quella che per qualche ragione fatica a emergere nonostante ci siano elementi importanti, gravi e incontrovertibili”, concludono


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