La crisi delle forniture negli Usa mette a rischio anche i Frozen Margarita

Scritto da on 25 Luglio 2022

Dall’inizio della pandemia, gli americani hanno dovuto fare i conti con la carenza di molti articoli, dalla carta igienica alle bustine di ketchup. Ora il rischio, scrive Charles Passy, esperto di “food and entertainment”, su Market Watch, è dover affrontare le calde giornate estive senza un cocktail ghiacciato.

Bar e ristoranti di tutto il Paese affermano infatti di avere difficoltà a reperire le macchine – alcune delle quali costano ben più di 5.000 dollari – che producono i tanto amati cocktail estivi come il Frozen Margarita. Un famoso produttore americano di fascia alta, Frosty Factory, con sede in Louisiana, sostiene che possono passare mesi prima che i locali possano aspettarsi di riceverne una.

“Attualmente stiamo spedendo gli ordini ricevuti lo scorso novembre”, fa sapere il presidente, Heath Williams. Per i bar e i ristoranti che già dispongono di un distributore di bevande ghiacciate, la preoccupazione potrebbe essere minima. Ma tra i locali più recenti o tra quelli che devono sostituire una macchina rotta si sta diffondendo il panico.

“Siamo in un limbo”, osserva Morgan Nevans, direttore del settore ristorazione del Veranda, un ristorante alla moda nel quartiere SoHo di New York. Nevans è alla ricerca di un distributore di bevande ghiacciate di qualità da marzo, dopo averne acquistati due più economici l’anno scorso che hanno smesso di funzionare correttamente.

Altri, prosegue Passy, dicono di doversi accontentare di uno dei modelli di qualità inferiore, che possono essere più facilmente reperibili. è quello che intende fare Christopher Reyes, proprietario di un bar a Brooklyn, per sostituire una macchina rotta al Ponyboy, uno dei suoi locali. Ma le macchine di fascia bassa impiegano più tempo per congelare un drink, spesso non producono un cocktail con la dovuta consistenza ghiacciata e sono più soggette a guasti.

Ma cosa c’è dietro la carenza di macchine? Come per molti altri articoli dopo la pandemia, si tratta in gran parte di problemi legati alla catena delle forniture. Alla Frosty Factory, i pezzi che compongono la macchina stanno diventando difficili da reperire: Williams spiega che ha iniziato ad acquistare ciò che gli serve in quantità maggiori nel caso in cui dovesse incontrare gli inevitabili problemi di approvvigionamento.

Il problema, tuttavia, va oltre. Il fatto è che le bevande ghiacciate sono più popolari che mai, quindi la domanda di macchine è senza precedenti. Williams rileva che sta vendendo un numero di macchine Frosty Factory tre volte superiore rispetto a qualche anno fa.

Le aziende specializzate in miscele di bevande per le macchine registrano lo stesso fenomeno. Helena Tubis, vicepresidente di Kelvin Slush Co, un fornitore di miscele con sede a New York, sottolinea che gli ordini sono aumentati del 200% negli ultimi due anni.

Secondo Tubis, il boom è dovuto a diversi fattori, ma soprattutto a quello che potrebbe essere definito l’effetto Frosé. Quando il cocktail di vino ghiacciato ha preso piede qualche anno fa, spiega, ha dimostrato al mondo che c’era un modo diverso di seguire la strada delle granite alcoliche, che un cocktail ghiacciato non è solo un Frozen Margarita.

A Knoxville, in Tennessee, il Brother Wolf, un bar artigianale specializzato in bevande italiane, ha in menu un Garibaldi ghiacciato, un cocktail a base di Campari. La proprietaria Jessica King afferma che i mixologist che un tempo deridevano i frozen drink si stanno rendendo conto di non potersi più permettere di essere così snob.

Al Lavo, un ristorante italiano del Gruppo Tao a New York, il menu prevede un martini espresso alla nocciola ghiacciato. Altri operatori del settore, prosegue Passy, indicano la pandemia come una svolta per le bevande ghiacciate. Con i locali che si concentrano sempre più sul servire i clienti all’aperto a causa della crisi sanitaria, ha senso servire qualcosa di ghiacciato che si adatti all’atmosfera dell’aria aperta. Inoltre, le bevande ghiacciate sono prive di problemi, cioè non devono essere mescolate o agitate dai baristi, e quindi si risparmia sulla manodopera. “Una volta inserito nella macchina, lo si può lasciare in pace”, sottolinea Glenda Sansone, proprietaria dell’Ellington, un ristorante nell’Upper West Side di New York.


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