Aumentano i sostituti della carne in Asia e non solo

Scritto da on 18 Ottobre 2022

“Le carni alternative, che possono includere prodotti di origine vegetale e carne animale coltivata da cellule nei laboratori, stanno diventando sempre più popolari tra i consumatori e gli investitori”, scrive il Washington Post, tant’è che secondo i consulenti di Fortune Business Insight, “le entrate di mercato – riferisce il quotidiano – dovrebbero all’incirca raddoppiare, raggiungendo i 12,3 miliardi di dollari entro il 2029”.

Tuttavia, alcuni produttori di carne tradizionale si dimostrano scettici sul fatto che i sostituti potranno continuare ad avere una rapida crescita. Dicono infatti che le alternative “non riescono a replicare il gusto della carne animale” ed è assai probabile che vengano fruite regolarmente solo da un piccolo gruppo di consumatori. Ad ogni modo, in regioni come il sud-est asiatico che hanno popolazioni in rapida crescita e sono alle prese con le restrizioni all’esportazione di cibo, “i sostituti della carne tradizionale stanno diventando un’alternativa proteica affidabile”. E non si tratta solo di attirare i vegetariani, fa notare il Post: “L’industria delle alternative alla carne sta diventando particolarmente appetibile per gli esperti di sicurezza alimentare” ovvero “i venture capitalist e le aziende che cercano di proteggersi dalle crisi della catena di approvvigionamento”.

Molto spesso, peraltro, si tratta di alternative che “richiedono meno spazio, acqua, tempo e materiali per essere realizzate, rendendole più resistenti agli shock della catena di approvvigionamento che hanno recentemente afflitto l’industria della carne animale” al punto che “in alcune parti del mondo, come il Nord Europa, alcune di queste stesse alternative stanno diventando economiche quanto la carne tradizionale”. Un cambiamento, quest’ultimo, che gli investitori sperano possa raggiungere consumatori più attenti ai prezzi nei paesi meno ricchi che consumano sempre più carne.

Scrive in proposito il giornale della capitale americana: “Le carni alternative, un tempo considerate una novità costosa, sono diventate particolarmente attraenti sulla scia dei focolai di influenza aviaria in Europa, dei lockdown pandemici in Cina e della guerra in Ucraina, che hanno tutti danneggiato la fornitura globale di proteine animali”.

In Asia, ad esempio, le forniture sono state ulteriormente limitate a maggio, quando la Malesia ha annunciato un divieto – da allora allentato – sulle esportazioni di pollo e l’India ha posto limiti alle esportazioni di grano, un ingrediente importante nei mangimi.

Tant’è che i prezzi globali della carne hanno raggiunto il loro massimo storico a giugno, stando all’indice dei prezzi della carne dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.


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