Caltanissetta, intitolata una strada al partigiano Luigi Cortese

Ieri la cerimonia alla presenza delle massime autorità nissene. Il tratto stradale (Via traversa Elena) è alla memoria del cinque volte deputato regionale, comandante della Resistenza e… 

La locandina. In copertina, un momento della cerimonia

Cerimonia di intitolazione di via Luigi Cortese a Caltanissetta, ieri mattina. Erano presenti, tra gli altri, i vertici della Prefettura e della Questura, i comandanti dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, l’Amministrazione comunale, i responsabili provinciali dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) e la baby sindaca del capoluogo nisseno.

“Abbiamo provveduto a intitolare quella che era la ‘Via traversa Elena’ a Luigi Cortese, illustre cittadino nisseno, partigiano e deputato regionale”, asserisce il sindaco Roberto Gambino. Alla cerimonia di ieri mattina erano presenti i figli di Cortese.

Cortese fu comandante partigiano, commissario politico “Ilio” e deputato all’Assemblea regionale siciliana per cinque legislature – dal 1947 al 1967 –, diventando anche capogruppo parlamentare del Pci.

I familiari: “Finalmente, Gino Cortese è tornato nella sua città natale. Un rinnovato impegno per tener viva la memoria di tutti i figli di questa terra che con coraggio e spirito di riscatto portarono il Paese alla liberazione”.

Un ringraziamento è stato rivolto, tra gli altri, al Comune di Caltanissetta (“per aver accolto la nostra proposta”), al Comitato provinciale dell’Anpi Parma e all’Istituto Alcide Cervi “per il loro supporto e partecipazione”.

Cortese fu anche docente universitario, essenziale punto di riferimento per la democrazia e la libertà del Paese e per gli ultimi della Sicilia del dopoguerra, contadini e zolfatari in testa. “Un leader comunista coerente, determinato e umile nella piena accezione del termine. I miei ricordi – dice un protagonista della mattinata – sono pieni di ammirazione e gratitudine. Adesso il compagno Gino è una via della città, limitrofa a Villa Cordova che tanto amava”.

MICHELE BRUCCHERI